C’era una volta in una terra lontana, una principessa la cui bellezza straordinaria attirava tutti i giovanotti del paese. La principessa non era come tutte le altre ragazze, solari, cortesi e gentili, ma anzi dal suo sguardo trapelava falsità e cattiveria.
Fin da quando era
piccola mai nessuno osava controbattere quello che diceva, chissà? Forse per i
suoi parenti? Difatti girava voce che essi erano la famiglia reale più
importante del mondo e non potevano permettersi di fare passi falsi, pur avendo
tutti i modi per mascherare i loro sbagli.
Proprio venendo da una
famiglia privilegiata, la principessa era molto viziata e ogni qual volta che
scendeva in paese con la sua carrozza, accompagnata dal cocchiere, anziché
aiutare i bisognosi, vantava i propri averi prendendo in giro chi non poteva
permettersi certe agiatezze. La sua cattiveria era sostenuta soprattutto da sua
nonna che, per il palazzo reale, era considerata una donna dall’infinita
saggezza. Ma tutti, comprese le statue all’ingresso dell’edificio, sapevano che
la malvagità della ragazza era un’eredità della nonna.
Alcuni raccontavano
che all’età di quattro anni, la piccola per divertirsi, andò in giardino a
raccogliere dei fiori ma la sua attenzione venne attirata da un topolino non
troppo lontano da lei. Iniziò a camminare con passo felpato fino alla coda del
topo che subito prese e, facendo finta che fosse una fune, inizio a ruotarla
come facevano i cowboy, posò poi il topo quasi morto su una pietra e con
un’altra diede il colpo finale.
Una sera, la ragazza
si trovava nella sua camera a ricamare in assoluto silenzio, l’unico suono che
si poteva udire era quello dell’acqua che scorreva dalle antiche grondaie, ma
ad un tratto sentì un rumore provenire dallo specchio vicino al suo guardaroba.
Preoccupata, lasciò il gomitolo di cotone sul tavolo da lavoro e si avvicinò
allo specchio, vide sulla superfice, su cui prima si era specchiata, delle
spaccature, ma quello che vide subito dopo la confuse. Alla base delle crepe
comparve una figura sfocata che, solo dopo pochi secondi, capì che si trattava
di un cavallo alato. Osservò con attenzione lo specchio avvicinando il più
possibile il viso alla lastra. Improvvisamente lo zoccolo del cavallo uscì
dallo specchio, cinse la vita della ragazza e la spinse all’interno di esso.
D’istinto la principessa chiuse gli occhi e poco dopo cadde su qualcosa che al
tatto sembrava spugnoso, capì dopo aver aperto gli occhi che si trattava di un
prato pieno di fiori, di un verde talmente acceso da sembrare finto.
Quando la principessa
si alzo da terra, vide il cavallo che la osservava senza dire nulla. Rimasero
per un po’ in silenzio fin quando la ragazza chiese in che posto fosse finita.
L’animale non diede alcuna risposta, continuava ad osservarla riducendo in due
fessure gli occhi.
Allora la principessa
chiese come fosse stato possibile oltrepassare lo specchio, ma nuovamente il
cavallo non accennò nessuna risposta.
La principessa presa
dalla rabbia per non aver ottenuto nessuna risposta, iniziò ad urlare con voce
stridula, dicendo che lei era la futura regina e tutti, compreso il cavallo,
dovevano portarle rispetto. Egli si avvicinò e poggiò il suo corno sul capo
della ragazza, quando all’improvviso comparve un alone luminoso attorno alle
due figure che svanì non appena il cavallo si allontanò.
La ragazza cominciò a
diventare sempre più piccola finché non si ritrovò di fronte allo specchio
della sua stanza. Ma non vi era più traccia del cavallo alato, nè di prati
verdi e tantomeno di fiori, quel che era rimasto era solo il suo riflesso che
non mostrava più la bella ragazza che era bensì un’anziana dalle profonde
rughe. Quando capì che il riflesso era lei stessa, iniziò a piangere dalla
vergogna, sapendo che più nessuno avrebbe voluto stare al suo fianco.
La persona di cui
aveva più timore era la nonna, perché era vittima del suo giudizio. La nonna
non avrebbe mai accettato una nipote con le sembianze di una vecchia.
Come volevasi
dimostrare, quando la vecchia nonna scese nella sala centrale, dove era solita riposare,
la principessa cercò di spigare cosa fosse successo, ma ovviamente l’anziana
non potè credere alle sciocchezze che lei diceva. La nonna prese subito dei
provvedimenti chiamando le guardie reali e sbattendo fuori la povera ragazza
che disperata piangeva per non essere stata riconosciuta.
Si ritrovò quindi in
mezzo alla strada senza più un tetto dove ripararsi, iniziò a percorrere il
lungo viale alberato che costeggiava il castello e portava al paese, fin quando
quasi arrivata al centro trovò il primo negozio d’antiquariato, si soffermò ad
osservare il suo riflesso in lacrime rendendosi conto del mostro che era
diventata, solo che la sua vista offuscata venne attirata da uno specchio
all’interno della bottega che per qualche strana coincidenza era uguale a
quello della sua camera, presa dalla curiosità entrò di corsa e si avvio
spedita verso lo specchio, senza neanche salutare il proprietario che la fisso
scioccato dal modo in cui entrò. Quel che voleva fare la ragazza era
distruggere quello specchio che le avevo rovinato la vita, e così fece, butto a
terra lo specchio riducendo il vetro in tanti cocci taglienti che osservò, vide
però nuovamente quel cavallo in uno dei tanti cocci per terra.
Il cavallo sussurrò
delle parole che la ragazza non capì fin che non prese in mano il coccio e
sentì ‘’ sii gentile e verrai ripagata’’, allora la ragazza capi quel che
doveva fare. Guardò nel profondo il suo cuore e vide che non era di ghiaccio e
che anche lei era capace di fare del bene, se il problema non fosse che non le
era mai stato insegnato. Quel che sentiva era un scatto di positività, anche se
non sapeva come fare, poteva provarci imparando ad affrontare man mano le varie sfide.
Corse dal proprietario
che ancora la guardava confuso e gli
chiese qualcosa per raccogliere i cocci di vetro e ripulire il disastro che
aveva fatto. Dopo essersi scusata uscì e vide dei bambini giocare, quando uno
di loro però cadde la principessa corse da lui per chiedere come stesse e lui
sorrise dicendo di stare bene.
La ‘’vecchia’’ ragazza
capì che in fin dei conti non era così male aiutare la gente che ne aveva
bisogno e continuò a fare degli atti di benevolenza nei giorni successivi. Per
fortuna era riuscita ad entrare di nascosto nella sua camera del palazzo,
attraverso la finestra che lasciava sempre aperta per sentire di prima mattina
il cinguettio degli uccellini che era l’unico suono che riuscisse a calmarla
dai suoi scatti di cattiveria. Ogni sera si avvicinava allo specchio e si
specchiava sperando in una possibile comparsa del cavallo alato che non tardo a
venire.
Una sera era
totalmente sicura di rimanere vecchia a vita e di non poter mai e poi mai avere
un lieto fine, quindi si avvicino l’ultima volta allo specchio alzando la mano
raggrinzita verso il vetro. Non appena la poggiò venne spinta dentro ritrovandosi
di nuovo sul prato verde, si girò su sé stessa e comparve il cavallo alato
davanti a sé che la osservava con una luce di orgoglio negli occhi. Quel che
era successo alla ragazza non era altro che opera del cavallo, per farle capire
che non conta essere belli per sentirsi fieri di sè, ma anzi la bellezza si
trova nei gesti che per quando piccoli possono essere calorosi per molti.
Dopo tanti anni la
ragazza ormai ridiventata giovane dimostrò alla nonna che la cattiveria non
porta a nulla di buono ma solo a rimanere da soli. La principessa continuò a
scendere in paese ad aiutare chi ne aveva bisogno e questa volta non più da
sola ma con il suo principe affianco sperando in futuro di poter insegnare solo
del bene
Chiara 1Cs
Nessun commento:
Posta un commento