C'era una volta, in un villaggio, una ragazzo di nome Evan; aveva una mano, considerata da tutti e anche da lui, maledetta, nera come la notte e con artigli lunghi e affilati come pugnali. Tutti la temevano e la chiamavano il "Male in persona", perché si diceva che la sua mano portasse sventura a chiunque la toccasse.
Evan viveva in solitudine, lontano dai suoi coetanei, e trascorreva il suo tempo a leggere antichi libri e pergamene che parlavano di magie e di leggende dimenticate. Un giorno, mentre esplorava la vecchia biblioteca del villaggio, trovò il racconto di un artefatto leggendario nascosto fra un mucchi di libri accatastati e dimenticati e riguardava di una spada forgiata nelle fiamme dell'inferno, in grado di spezzare qualsiasi maledizione.
Deciso di liberarsi, finalmente, dalla maledizione, Evan intraprese una lunga ricerca per trovarla.
Dopo giorni di viaggio, attraverso boschi magici e mostri orribili, Evan giunse in un'antica rovina.
Vide la spada, inserita dentro una roccia ma anche incatenata. Prima ancora di provarla a prenderla, fu fermato da un uomo che mai avrebbe immaginato di incontrare : il celebre eroe, ammirato da tutti e celebrato come il salvatore del regno, con la sua armatura splendente, sembrava essere l'incarnazione del bene.
"Perché una ragazzo come te cerca un artefatto così pericoloso?" gli chiese, osservando la sua mano nera con disprezzo.
"Voglio trovare la spada per liberarmi dalla maledizione che mi condanna a vivere nell'ombra," rispose Evan con voce ferma. "E tu, perché sei qui?"
L’ eroe, sorpreso dalla sua audacia, rispose con un sorriso beffardo. "Perché chi come me combatte per il bene, deve continuare a diventare forte per proteggervi”.
Capì subito che c’era qualcosa che non andava . La sua luce era solo una facciata per nascondere il suo vero volto: un uomo che aveva usato la sua fama per i propri scopi egoistici, un uomo che, dietro la sua maschera di bontà, aveva causato sofferenza e dolore a chiunque si fosse opposto a lui.
Con un colpo deciso, Evan estrasse la sua mano nera e, con gli artigli, scoprì il vero volto dell’ eroe: era un mostro, distruggeva innocenti e mentiva su ogni sua vittoria. Evan tentò di combatterlo e con fatica riuscì ad avvicinarsi alla spada incatenata,ma si ricordo di non avere la chiave. Tutto d’un tratto la sua mano brillò e pure la spada, quando smise era libera e con soltanto la sua forza riuscì a liberarla dall’ultimo ostacolo ,la pietra, con sua sorpresa, guidata dalla sua determinazione, colpì l’eroe con una forza che nessuno si sarebbe mai aspettato.
Quando la battaglia finì, l’eroe giaceva a terra sconfitto, e Evan, invece di ucciderlo, lo esiliò, costringendolo a vivere con il peso delle sue azioni, il ragazzo dalla mano nera, che tutti fino a quel momento avevano temuto per la “maledizione” fu accolto al suo ritorno dal villaggio, la gente, che l'aveva sempre giudicato con paura, lo guardò con occhi diversi; non solo aveva trovato la spada che cercava, non solo aveva anche liberato il mondo dalla menzogna e dalla corruzione di un eroe falso, ma imparò anche ad accettarsi e fidarsi di se stesso.
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